01/02/2023

Colesterolo alto in menopausa

Simona Lovati
A cura di Simona Lovati
Pubblicato il 01/02/2023 Aggiornato il 02/02/2023

Tutta colpa di un cambio di metabolismo, che non riesce più a tenere a bada i livelli di questa sostanza nell’organismo. Lo specialista ti spiega motivi e soluzioni

Gray hair women exercise outdoor in park, she is stretching after running. She is wearing sports clothing. Fogy and cold weather

I disequilibri ormonali tipici della menopausa si manifestano in vari modi, dalla secchezza della pelle al diradamento dei capelli, passando per vampate di calore e sbalzi di umore.

Da non sottovalutare anche un possibile aumento dei livelli di colesterolo cattivo (ipercolesterolemia) dovuto a ragioni metaboliche e biochimiche, che interessa fino al 30 per cento delle donne dopo i 50 anni.[/su_box_no_text

Il metabolismo cambia

«Gli ormoni estrogeni che caratterizzano l’età riproduttiva della donna hanno un’influenza positiva sulle lipoproteine, composti organici che veicolano il colesterolo. Il metabolismo femminile cambia in menopausa e diventa più simile a quello maschile. Di conseguenza, nella donna si assiste a un aumento del colesterolo cattivo, LDL, e a una diminuzione di quello buono, HDL, con un profilo lipidico più simile a quello androgeno», spiega il dottor Lelio Morricone, diabetologo ed endocrinologo presso l’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio (Gruppo San Donato).

La diagnosi

Per verificare l’aumento del colesterolo è opportuno che il medico prescriva esami del sangue specifici, per individuare le due frazioni – buono e cattivo – così come i trigliceridi. In ogni caso, per valutare l’opportunità di una terapia, sono da tenere in considerazione anche altri fattori di rischio, quali fumo, ipertensione, familiarità e grasso viscerale, localizzato sull’addome”, precisa lo specialista.

Le soluzioni

Se le quantità di colesterolo cattivo sono comprese tra 115 e 190 mg/dl (milligrammi per decilitro) e in assenza di altri fattori di rischio si può intervenite migliorando lo stile di vita. Il primo passo è ridurre i grassi saturi dell’alimentazione, contenuti nei cibi di origine animale (tranne il pesce) e nell’olio di palma. Meglio limitare anche uova, formaggi, carni lavorate e orientarsi verso fonti proteiche alternative, soprattutto legumi e pesce. Anche se non influenzano direttamente il colesterolo, nell’ottica di una alimentazione sana, è bene eliminare il più possibile gli zuccheri semplici contenuti ad esempio nelle bevande e dei dolci (specie gli snack) così come il sale, a favore di spezie ed erbe aromatiche. Semaforo verde per frutta, verdura e cereali integrali, ricchi di fibra, capace di diminuire l’assorbimento del colesterolo cattivo nel sangue. «Se il colesterolo invece supera i 190 mg/dl è necessario assumere dei farmaci come le statine per ridurre il pericolo di comparsa di eventi cardiovascolari, come infarto e ictus», conclude Morricone. La terapia deve essere costante e duratura nel tempo.

Muoversi!

Non trascurare l’esercizio fisico: bastano 30 minuti al giorno di un’attività aerobica (camminata a passo veloce, biciletta o cyclette, nuoto, corsa leggera, sci di fondo) per alzare i livelli di colesterolo buono, che trasporta il colesterolo cattivo in eccesso nel fegato, dove verrà eliminato.