Milano Fashion Week Primavera-Estate 2023, varie sfumature pop
Il pop ha varie anime e l'abbiamo potuto constatare anche durante la Milano Fashion Week, tra certezze e nuove scoperte
Ci sono diversi modi di concepire il pop, in particolare nella moda.
Si può fare un tuffo in un passato iconico, ispirarsi a figure (reali o di finzione) entrate nell’immaginario collettivo, ma anche creare dei movimenti simili a quelli artistici.
Tutto questo l’abbiamo trovato nel corso dell’ultima Milano Fashion Week, quella che ci ha svelato in anteprima le collezioni Primavera-Estate 2023. Vi raccontiamo le creazioni di stilisti, big ma anche meno noti, che si sono mossi in questa dimensione.
Una moda iconica
Sono indubbiamente due gli eventi che hanno fatto parlare di più in questa Milano Fashion Week. Uno è quello di Moncler, che ha voluto festeggiare i suoi 70 anni con uno spettacolare show in Piazza Duomo (aperto al pubblico) con 1952 comparse vestite di bianco. Protagonista è stato il suo piumino Maya, che per l’occasione è stato rivisitato in una edizione limitata con una nuova palette di colori e un logo commemorativo. Inoltre sono previste sette interpretazioni inedite firmate da altrettanti designer che hanno lavorato con il brand (Thom Browne, Hiroshi Fujiwara, Rick Owens, Pierpaolo Piccioli, Francesco Ragazzi, Giambattista Valli e Pharrell Williams), che verranno svelate da metà ottobre.
Ci sono poi stati Dolce e Gabbana, che hanno dato vita alla sfilata Ciao, Kim. Ebbene si, Kim Kardashian ne è stata la curatrice, scegliendo i suoi capi preferiti nelle collezioni passate (per la precisione dal 1987 al 2007) che sono stati rivisitati e riproposti per la Primavera-Estate 2023. E naturalmente non possono mancare, per esempio, gli iconici abiti a corsetto e giarrettiere, pizzi e reggicalze, ma anche le tutine aderenti, le gonne a vita bassa e le giacche sartoriali avvitate.
Icone reali e “animate”
La Regina Elisabetta II ci ha lasciato da poco e destino ha voluto che la sua presenza aleggiasse anche durante la Milano Fashion Week. Husky, storico brand di Alessandra Moschillo (con la supervisione del padre Saverio Moschillo) rende infatti omaggio alla Monarchia Inglese con due hacking jacket, special edition: “The Queen” tributo alla Regina Elisabetta II e “The King”, al Re Carlo III. I capi in edizione limitata, sono istoriati dai volti dei sovrani rielaborati come in murales, con la tecnica a spruzzo dell’aerografia. I modelli diventano così opere di street art. Sappiamo già che vi conquisteranno.
Nel corso di questa settimana sono state celebrate anche altre icone, ma legate al mondo della fantasia, fatto di giochi e storie animate.
Parliamo in primis delle celebri fashion doll L.O.L. Surprise! e Rainbow High, i cui look sono stati interpretati dai giovani stilisti Francesca Cottone e Mattia Piazza.
Invece un gruppo di talentuosi studenti della Ferrari Fashion School (Vittorio Alessi, Miriam Pellegrin, Valentina Lacatena, Marika Caramia, Rosalba Adinolfi e Giada Dei Giudici) hanno creato sei abiti haute couture ispirati alle mitiche Winx.
L’unione fa la forza
Anche quest’anno gruppi di stilisti sono stati presentati come sorta di collettivi, con sfilate che ci hanno davvero entusiasmato. Una di queste è la Budapest Select, nata dalla collaborazione tra la Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI) e la Hungarian Fashion & Design Agency (HFDA) che ha selezionato cinque brand ungheresi che hanno presentato le loro collezioni (originali, intriganti, misteriose e in alcuni casi futuristiche). Parliamo di Abodi, Cukovy, Kata Szegedi, Zsigmond e Thefour.
Un capitolo a parte merita Stella Jean/WAMI con quella che è la prima sfilata live del Black Made in Italy nella storia della Milano Fashion Week. Due anni fa Stella Jean dichiarò al New York Times che non sarebbe tornata alla settimana della moda di Milano fino a quando fosse stata l’unica stilista nera del Made in Italy in calendario.
Così è nato WAMI (We Are Made in Italy), collettivo multiculturale composta da designers dal background migratorio, che rappresentano e lavorano per sostanziare transizione multiculturale del settore della moda italiana, ponendo l’accento su Diversità, Equità e Inclusione.
Cosa abbiamo visto durante la sfilata? In primis un raffinato tributo a Giorgio Armani realizzato da dieci talenti: Claudia Gisele Ntsama, Eileen Claudia Akbaraly, Mokodu Fall, Karim Daoudi, Akilah Steward, Joy Meribe, Neha Poorswani, Phan Dang Hoang, Kim Gaeun, Sorelle Toledo.
Poi abbiamo ammirato i capi dei “pionieri” Stella Jean ed Edward Buchanan, che hanno aperto e chiuso la sfilata-evento.
Da segnalare inoltre la presentazione Hope Fashion Ukraine, che ci ha permesso di scoprire il talento di otto brand ucraini ovvero Finch, Grie Bag, Kristina Laptso, Malva Florea, Maria Barmina, Marianna Senchina, RNDY Andrè Tan, The Body Wear.
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