Thalasso gym: per ogni obiettivo la profondità giusta
Fare esercizi nell’acqua di mare è utilissimo per dare tono ai muscoli e combattere gli inestetismi localizzati
Una delle attività fitness più amate dalle donne in vacanza è l’acquagym in mare, spesso in versione fai-da-te, con l’obiettivo di ridurre i cuscinetti adiposi, combattere la cellulite e tonificare la muscolatura dalla vita in giù. L’effetto meccanico delle onde e dei flussi d’acqua, infatti, costituisce un massaggio continuo che stimola la microcircolazione, contrasta la stasi linfatica, facilita l’eliminazione delle tossine e delle impurità, tonifica e leviga la pelle. Il cocktail di oligoelementi che penetrano nel tessuto epidermico aggiunge effetti drenanti, lipolitici, antiage, nutrienti e cicatrizzanti. Tutte ottime ragioni per dedicarsi a questo training: ecco le regole-base per farlo in modo corretto e proficuo secondo Viviana Ghizzardi, movement consultant presidente dell’associazione Moov-it onlus.
Chi in acqua ha difficoltà o timori, all’inizio può aiutarsi nell’equilibrio con una tavoletta galleggiante o un tondoludo.
Qual è la profondità giusta?
La formula di più facile approccio per fare ginnastica immerse nell’acqua è quella con i piedi in appoggio sul fondale (quindi non in galleggiamento). Aggiunge efficacia agli esercizi eseguiti, rispetto alla corrispondente attività motoria “a secco”, grazie alla presenza del liquido in cui ci si sposta. Ma qual è la profondità giusta in cui effettuare la seduta di training? Dipende dal proprio livello di allenamento. In linea di massima è un lavoro adatto anche alle principianti e alle persone sovrappeso, perché grazie al sostegno dell’acqua il corpo si alleggerisce e il carico sulle articolazioni e sulla colonna vertebrale è minore, ma muovendosi con l’acqua alle cosce, all’ombelico o al petto cambia sensibilmente la resistenza da vincere e quindi l’impegno, sia muscolare che cardiorespiratorio. E’ bene dunque procedere in modo graduale, senza voler strafare: basta ascoltare il corpo e assecondarlo.
Per le principianti
Ci sono esercizi che si prestano al lavoro in acqua bassa e movimenti che hanno senso (ed efficacia) solo in acqua più alta. Se l’obiettivo è stimolare il ritorno venoso e il drenaggio linfatico basta camminare o eseguire andature diverse (avanti, indietro, corsa nelle diverse varianti, galoppo laterale) con l’acqua alle cosce o all’inguine. Per le principianti assolute va bene iniziare anche a una profondità inferiore.
Per le più esperte
Se invece si vogliono coinvolgere e rassodare anche i muscoli del “core”, occorre spostarsi più al largo, in modo da trovarsi in situazioni più destabilizzanti per il corpo, costringendo così gli addominali ad attivarsi costantemente per mantenere l’equilibrio. Con l’acqua all’ombelico o al petto, gli esercizi più efficaci sono quelli in appoggio monopodalico: quindi gli slanci delle gambe o i calci nelle varie direzioni, i sollevamenti alternati delle ginocchia al petto, le circonduzioni di un piede con la gamba sollevata e tesa.
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